Più garanzie per i lavoratori dei call center. «La firma dell'accordo nazionale per gli operatori del settore che hanno un contratto di collaborazione a progetto è estremamente positivo e va a disciplinare un settore in cui, così difficilmente in questo periodo, ancora tanti giovani riescono a trovare occupazione».
Questo il commento di Luigi D'Isabella e Andrea Lumino, rispettivamente segretari generale della Cgil di Taranto e della Slc Cgil provinciale.
L'accordo va ad incidere in un settore caratterizzato da assenza di regole e concorrenza sfrenata. Un comparto produttivo importante in termini di unità impegnate, nel quale, però, «regnava la legge della giungla ' aggiungono i due sindacalisti ' e dove, in tantissimi casi, come dimostrano i tanti fatti di cronaca, speculatori agivano nel segno dell'illegalità e quasi dello sfruttamento».
L'accordo siglato a Roma, oltre a definire il livello retributivo minimo, offre a questi lavoratori un orizzonte e una speranza grazie all'introduzione di una graduatoria nella quale le aziende dovranno individuare il personale da assumere sia per nuovi contratti a progetto che per assunzioni a tempo indeterminato, evitando così discrezionalità aziendali. L'accordo, inoltre, prevede un'integrazione al reddito per maternità e malattie lunghe riconoscendo così, finalmente, a questi lavoratori diritti essenziali finora negati, consentendo di fare un importante passo in avanti e introducendo elementi minimi ma importanti di civiltà.
«In Italia ' aggiungono D'Isabella e Lumino ' questo accordo comincia a stabilire un percorso per una platea, composta essenzialmente da giovani e donne, che si aggira intorno alle 40000 persone. Per Taranto è un passo estremamente importante, perchè riguarda le centinaia di call center (tra sottoscala e non) diffusi nella nostra Provincia e, ovviamente, il gigante Teleperformance che ne conta al suo interno circa un migliaio, a cui chiederemo subito un incontro per organizzare i lavoratori rispetto alle previsioni dell'accordo. E' un segno tangibile, questo, di come, a differenza di qualcuno in questi giorni, in Italia si possa fare industria e farlo nel rispetto delle persone e della loro dignità».