Le grandi imprese italiane devono fare i conti con un calo del fatturato per il 2014: è questo uno dei dati che arriva dalla quarantesima edizione dell'annuario R&S dell'area studi di Mediobanca. In particolare nel 2014, l’industria italiana ha subito un calo del fatturato di 1,5 punti percentuali rispetto all’anno precedente: tale diminuzione si può attribuire in grande parte al crollo del fatturato in Italia (-7,4%) non controbilanciato dalla crescita del fatturato estero (+1,4%).
Entrando nei dettagli, i gruppi pubblici hanno perso il 4,8%, mentre i privati hanno registrato un aumento di oltre due punti percentuali (+2,2%). La manifattura è il settore con il più alto incremento (+5,3%), trascinata dal fatturato estero (+6% contro il -0,7% in Italia), mentre sono andate male le cose per servizi e settore energetico: nel primo caso il calo è stato del 6,2%, mentre nel secondo del 4,9%.
Per quanto riguarda il costo per singolo lavoratore, nei gruppi pubblici è cresciuto del 7,2% con una produttività in aumento dell’1,9%; nel privato, invece, si è registrato un +2,9% del costo del lavoro unitario con la produttività cresciuta di un punto percentuale. Infine, in aumento i debiti obbligazionari (+44,5 miliardi), mentre in calo quelli bancari (-12 miliardi): il periodo di riferimento in questo caso è 2010-2014.
REDAZIONE GIORNALISTICA IMPIEGO.EU
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