Italiani, il futuro è all’estero
- 03/01/2014
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Via da un Paese che non offre un futuro, da una nazione dove per trovare un posto di lavoro c’è bisogno per forza di una conoscenza, da un mercato del lavoro che non conosce la parola meritocrazia: sono sempre più gli italiani che decidono di trasferirsi all’estero, alla ricerca di un futuro migliore. Secondo le stime dell’AIRE (anagrafe italiani residenti all'estero) nel 2012 si sono trasferiti fuori dallo Stivale 68mila italiani con un aumento del 3% rispetto al 2011. Numeri confermati anche dal Censis secondo cui sono in aumento gli italiani che migrano verso l’Asia, anche se la meta preferita resta l’Europa, con Germania, Svizzera e Regno Unito in cima alla classifica delle nazioni più gettonate tra gli italiani.
In particolare la migrazione verso il Regno Unito ha avuto un impennata nell’ultimo anno: il numero di cittadini del Bel Paese che ha chiesto il National Insurance Number (NIN), la tessera assicurativa obbligatoria per poter lavorare nel Regno Unito è cresciuto del 35%. E non si tratta soltanto di cervelli in fuga: sono sempre di più gli italiani, soprattutto, giovani che scelgono l’estero anche per un mestiere più umile, che preferiscono fare il cameriere a Londra con un regolare contratto piuttosto che continuare a ricevere porte in faccia da una nazione che non offre opportunità a chi non ha la ‘spintarella’.Scritto da Bruno De Santis.
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