Lavoro, crollano anche i posti in nero
- 10/06/2014
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La crisi non fa differenze tra lavoro regolare e lavoro in nero: secondo le statistiche della Cgia di Mestre (Associazione Artigiani Piccole Imprese) tra il 2007 e il 2012 si sono persi oltre 106mila posti irregolari. Così il numero di lavoratori irregolari è sceso sotto ai tre milioni (2.862.300): la maggioranza è attiva nel Mezzogiorno (45,7%, 1.308.700), poi c'è il Nordovest con 610.700 unità, il Centro con 500.200 e il Nordest con 442.700 lavoratori in nero.
A incidere su tali dati è la necessità per le famiglie italiane di ridurre le spese: ecco allora che le piccole manutenzioni non vengono più affidate neanche al lavoratore abusivo ma ci si arrangia con il fai da te o ci si rinuncia proprio. Differenze però ci sono tra le varie parti d'Italia: tra il 2007 e il 2012 nel Centro Nord il calo delle unità irregolari è stato molto consistente (- 67.500 nel Nordovest, -50.300 nel Centro e -38.900 nel Nordest), mentre al Sud si è registrato un aumento di 50.400 unità. Questo perché nel Mezzogiorno il lavoratore non è uno che opera da solo, come avviene nel resto del paese, ma il sommerso è presente in molti settori e quindi la crisi può aver rafforzato il peso di determinate attività.
Scritto da Bruno De Santis. -