Il lavoro nero è una piaga dell’economia italiana: ci sono alcuni mestieri che meglio si prestano ad essere ‘nascosti’, altri invece che è complicato da tenere fuori dalla portata del fisco. Secondo alcuni dati Eurispes, il Pil sommerso ammonterebbe a ben 540 miliardi di euro, in pratica un terzo del Pil ufficiale: in generale il lavoro sommerso ha causato un’evasione fiscale di 270 miliardi di euro. In particolare, l’indagine ha mostrato come il 28,1% degli intervistati nel 2015 ha svolto almeno un’esperienza di lavoro in nero: tale percentuale è dovuta nel 50% dei casi a chi si è affacciata per la prima volta a un impiego o a chi ha dovuto cambiare lavoro; nel 29,6% dei casi, invece, ha riguardato studenti, nel 22,4% casalinghe e nel 3,8% pensionati.
Andando a vedere quali sono i mestieri più nascosti agli occhi del fisco, dominio assoluto per baby sitter: la percentuale di chi lavora in nero arriva all’80% A seguire ci sono gli insegnanti che danno lezioni private: in questo caso si tocca il al 78,7%. Terza posizione per i lavoratori domestici: in questo caso la percentuale di chi non dichiara il proprio impiego è del 72,5%. Ecco poi bandanti, giardinieri, muratori, idraulici, ma non mancano i medici specialisti con il 50% che lavora in nero. In crescita anche chi svolge un secondo lavoro: dal 19,3% di inizio 2015 si è passati al 21% di inizio 2016, ma non in tutti i casi si tratta di un lavoro nero.
REDAZIONE GIORNALISTICA IMPIEGO24.IT
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