Ci sono lauree e lauree: ormai è chiaro che il titolo di studio ha un valore diverso in base al settore nel quale è preso. Cambia la facilità di trovare lavoro, il reddito e anche la durata di un rapporto di lavoro: ad esempio, secondo i dati di uno studio realizzato da AlmaLaurea intervistando ex studenti di facoltà italiane, se la passano male i laureati in giurisprudenza, lettere e psicologia. Così solo un laureato in giurisprudenza su due trova lavoro e va male anche a chi prende un titolo di studio nel settore politico-sociale. Numeri positivi, invece, per medici e ingegneri, per chi si occupa di insegnamento (unico settore in crescita negli ultimi anni).
Ma si tratta di un’eccezione: negli ultimi quattro anno, infatti, la situazione è peggiorata praticamente in tutti gli ambiti. La crisi ha però colpito in maniera pesante soprattutto i laureati in discipline economiche-statistiche, politico-sociali e letterarie: nel primo caso c’è stato un calo del 7,4% rispetto al 2010, per i laureati nel settore politico-sociale la diminuzione è stata del 7,8%, mentre per quelli in materie letterarie il calo ha toccato addirittura l’8,6%.
Anche dal punto di vista del reddito, le cose non cambiano con gli stipendi in calo un po’ ovunque, ma in maniera più marcata per chi ha un titolo in educazione fisica (-185 euro al mese), giurisprudenza (-160 euro ed economica e materie politico-sociali (-140 euro al mese).
REDAZIONE GIORNALISTICA IMPIEGO.EU
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