Sembra incredibile ma in una Paese come l’Italia dove la disoccupazione giovanile è alle stelle, c’è un largo utilizzato di giovanissimi come lavoratori: secondo i dati della ricerca 'Game over. Il lavoro minorile in Italia', curata dall'Associazione Bruno Trentin e Save the Children, illustrata a Labitalia da Anna Teselli, ricercatrice nell’area welfare e diritti di cittadinanza e responsabile dell’Osservatorio sul lavoro minorile, ben 340mila sono in Italia i minori di 16 anni con esperienza lavorativa. Si tratta in maggioranza di pre-adolescenti tra i 12 e i 15 anni che aiutano i genitori nelle loro attività professionali nel mondo delle piccole e piccolissime imprese a gestione familiare (41%), oppure sostenendoli nei lavori di casa (30%). Il restante 29% coinvolge ragazzini che aiutano parenti o amici oppure altre persone.
Analizzando i dati a livello settoriale, si scopre come il 27,7% delle attività riguarda il settore della ristorazione, 22% quello della vendita (comprese quelle ambulanti), 17,2% della campagna, 15% artigianali, 4,3% baby sitter e attività con bambini, 4,2% lavoretti di ufficio e 1,9% impegni nei cantieri. I dati mostrano come 55mila ragazzi svolgono un’attività di tipo continuativo, soprattutto a livello familiare. Purtroppo per i ragazzi coinvolti in attività lavorative, la scuola diventa complicata da seguire e così la percentuale di bocciati sale.
REDAZIONE GIORNALISTICA IMPIEGO.EU
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