Una frenata a sorpresa che potrebbe avere davvero effetti negativi importanti: l'occupazione americana ha subito uno stop inatteso con un calo di 250mila posti di lavoro, invece dei 142mila nuovi posti che secondo le stime ufficiali sono stati creati. Sono questi i numeri che arrivano da David Rosenberg, economista di Gluskin Scheff, secondo cui c'è da considerare il calo della settimana lavorativa, passata dalle 34,6 ore di agosto alle 34,5 di settembre: di fatto, tale dato equivale a una perdita di 348mila posti di lavoro e quindi il bilancio globale vede il numero di occupati ridursi. Mettendo poi insieme i dati di agosto e settembre, secondo Rosenberg i dati sono i peggiori dal dicembre 2013-gennaio 2014.
Tali elaborazioni sono confermate anche dalla serie di annunci di licenziamenti arrivati dalle grandi aziende statunitensi: Wal-Mart ha ridotto di 450 posti l'organico nella sua sede centrale, mentre Dunkin Donuts ha chiuso cento locali, Macy's 40 grandi magazzini e Caterpillar ha in programma un taglio di 10mila dipendenti da qui al 2018.
REDAZIONE GIORNALISTICA IMPIEGO24.IT
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