Lavoro, tempo determinato e apprendistato: cosa cambia con il Jobs Act
- 14/03/2014
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In attesa della riforma del lavoro vera e propria che sarà attuata attraverso un decreto-delega, il governo ha attuato alcune modifiche su contratti a tempo determinato e apprendistato. Per le assunzioni a tempo determinato, l’esecutivo guidato da Renzi ha eliminato l’obbligatorietà del ‘causalone’, ovvero la necessità da parte del datore di lavoro di indicare il motivo per cui il lavoratore è stato assunto a tempo determinato previsto in precedenza per i contratti superiore ai 12 mesi. Resta invece il limite di 36 mesi come durata massima del contratto a tempo determinato e quello riferito all’utilizzo di tale tipo di rapporto per massimo il 20% dell’organico di un’azienda.
Per ciò che concerne l’apprendistato invece, il governo ha previsto lo snellimento degli adempimenti burocratici: è stato eliminato l’obbligo per il datore di lavoro di redigere in forma scritta il piano di formazione professionale previsto per l’apprendista. Inoltre è stato cancellato l’obbligo di integrare la formazione professionale interna all’azienda con quella assicurata da enti pubblici. Ridotta la retribuzione dell’apprendista per le ore dedicate alla formazione: potranno ora essere pagate con una somma pari al 35% di quanto previsto dal contratto nazionale degli altri dipendenti dello stesso livello. Infine, eliminata la regola che condizionava la stipula di un nuovo contratto di apprendistato alla conferma in azienda degli apprendisti reclutati in precedenza.
Scritto da Bruno De Santis. -