Non solo a lavoro: anche quando smettono di lavorare, le donne continuano a non essere trattate alla stessa stregua degli uomini. Secondo i dati diffusi dal presidente del Cnel, Antonio Marzano, nel corso dell’audizione alla Camera dei Deputati, il reddito da pensione delle donne in Italia è inferiore del 30% rispetto a quello degli uomini.
Elaborando i dati Inps, infatti, si evidenzia come l’assegno mensile medio per gli uomini è pari a 1.547 euro, mentre quello delle donne si ferma a 1.081 euro. Ma i dati negativi continuano: se, nel settore privato, a essere inserito nella classe minima di pensioni è il 34% degli uomini, tale percentuale sale al 57% nelle donne. Ancora: la classe di importo massimo (superiore ai tremila euro) riguarda il 3,4% degli uomini e appena lo 0,2% delle donne.
Per quanto riguarda, invece, la gestione pubblica, i segnali sono migliori per quel che riguarda la classe minima con il 3,2% degli uomini e il 3% delle donne, mentre resta molto alto per la classe di importo massimo: qui troviamo, infatti, il 14% degli uomini e appena il 2,3% delle donne.
In conclusione, un dato che riassume bene la condizione previdenziale delle donne in Italia: se a percepire la pensione sono, infatti, per il 54% donne e il 46% gli uomini, il reddito complessivo annuo è andato per il 55% dei casi agli uomini e per il 45% alle donne.
REDAZIONE GIORNALISTICA IMPIEGO.EU
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