L'Italia è uno dei paesi in cui si legge meno: le scuse per non aprire un libro sono tante, dal classico 'sono molto impegnato' al sempre verde 'sono stanco'. L'avversità degli italiani per la lettura è ormai un dato che rientra nella nostra storia: i libri sono visti quasi come una caratteristica della classi superiori, preti, insegnanti, giornalisti, politici. Così accadeva in passato, mentre oggi con l'arrivo di radio, televisione e internet, in molti hanno potuto ergersi al ruolo di esperti senza aver aperto mai un libro: questo affermano alcune ricerche che mostrano come ci sono avvocati, magistrati o medici che non hanno mai letto un romanzo o un qualsiasi libro di storia perché lo ritengono inutile. Nulla di più falso: un libro consente di imparare a pensare, leggere aiuta il pensiero concettuale. Chi è incapace di leggere, lo sarà anche di scrivere: leggere consente, infatti, di ricordare i vocabili, mettere in relazione le frasi, organizzare al meglio i concetti. Chi non legge poi è incapace anche di parlare: non le conversazioni quotidiane, beninteso, ma sarà incapace di tenere un discorso, una conferenza, costruire un'argomentazione.
Scritto da Bruno de Santis